Thursday, February 14, 2008

CARNEVALE DI UNA VOLTA

Usanze, tradizioni, carri allegorici, filastrocche e tanta allegria.

Molti anni fa, bambini, ragazzi , adulti e anche anziani per Carnevale si travestivano con gli abiti vecchi, da spose, da zingare e si truccavano il viso per non farsi riconoscere con il carbone, con la carta velina rossa bagnata e con il lucido per le scarpe.
Il travestimento consisteva soprattutto nell’inversione dei ruoli: le femmine si mascheravano da maschi, i maschi da femmine, i giovani da vecchi...
Così conciati, a gruppi, girovagano per le strade del paese ed entravano in molte case portando una nota di allegria e di spensieratezza: recitavano filastrocche spiritose, raccontavano qualche barzelletta, facevano qualche scherzo e in cambio del loro buon umore ricevano capi di salsiccia, soppressata, ventresca, uova, vino, frutta secca o fresca oppure qualche soldino o qualsiasi altra cosa i padroni di casa possedessero.
Ogni tanto intonavano una filastrocca paesana che diceva così:
- Sei m’ v’nut a cantà sott’stu cann’z s’n’ vulet dà nu p’cca d’ soz’za.Et cub, et cub allariulà.
Sei vnut a cantà sott a stà fnestr s n vulit n pic d menz test . Et cub, et cub allariulà.
Seim vnut a cantà sott a stu pur ton s n vulit dà n pic d capton. Et cub, et cub allariulà.
Se’ m’ v’nut a cantà sott stu balcon s’n’ vulet dà nu p’cca d’ capton …
Et cub, et cub, et cub allariulà .. -

Verso sera, dopo aver fatto il giro del paese, le maschere si riunivano in casa di una di loro e mangiavano e bevevano gli alimenti ricevuti, poi ballavano e festeggiavano.
L’ultimo giorno di Carnevale c’era un’usanza particolare: tra un balcone e l’altro si tendeva un filo a cui si appendevano dei grossi fantocci di pezza, vestiti di nero chiamate “ Quarantane “.
Dopo un’accurata ricerca abbiamo scoperto che le Quarantane sono sette: Anna, Susanna, Rubecca, Rubanna, Sicilia, Pasquaredda e Pasqua-Granna.
Molti giovani soprattutto i fornai del paese allestivano un carro allegorico sul quale posavano un pupazzo che rappresentava Carnevale morto; intorno al carro funebre stavano degli uomini travestiti da donne con abiti neri che fingevano di piangere Carnevale morto.
Il carro era decorato con i fiori della rape, altri ne buttavano sulla salma gridando : - Frat, ohi frat ! P’chè s’murt; frat caput e cim d’rap >- E cosi dicendo piangevano e si percuotevano il petto con i pugni simulando un grande dolore.
A fine giornata il pupazzo veniva bruciato. Dopo che Carnevale era morto, la moglie Quarantan si mise a filare la lana e mentre filava piangeva dicendo: “ Frat miij, tu ai fatt i dibt e Quarantan l’av pagà “. Le Quarantane venivano sparate per significare che finiva il periodo di baldoria del Carnevale ed iniziava il periodo di penitenza detto Quaresima.
La prima domenica dopo l’inizio della Quaresima, si festeggiava la “ Pignata “ : alcune famiglie si riunivano in una casa e rompevano alcuni recipienti di terracotta contenenti acqua, farina, cibarie ed altro. Questo sta a significare che si rompe la testa a Quarantana.
Il martedì gasso è l’ultimo giorno di sfrenata allegria carnevalesca.
Ma perché “ martedì grasso ?”.
Re Carnevale, disperato per il comportamento dei suoi sudditi si rifugiò nella sua cucina e mangiò, mangiò finchè il grasso lo raggiunse al cuore e morì lasciando il posto alla sorella Quaresima.
In realtà si dice martedì grasso perché si mangiano alimenti grassi e succulenti.
Subito dopo il martedì grasso viene la ricorrenza delle Ceneri detta appunto: Mercoledì delle Ceneri il primo giorno di penitenza e di preghiera dopo l’allegria e la spensieratezza del Carnevale.
In questo giorno i fedeli si recano in chiesa e aspettano il sacerdote che, passo passo, si avvicina loro per cospargere sulla testa un pizzico di cenere preso tra pollice e indice pronunciando le seguenti parole: Ricordati uomo, polvere sei ed in polvere ritornerai .
Il sacerdote dice questo per richiamare alla coscienza dei credenti il pensiero della fine che ci aspetta: il disfacimento della carne e la liberazione dello spirito dai lacci che lo trattengono sulla terra.

Angelinda classe 4








Come si festeggia il carnevale oggi.

il carnevale è la festa di tutti, grandi e piccini perche anche i grandi, in questo periodo, diventano bambini. Si balla, si canta, si lanciano coriandoli e stelle filanti,si mangiano dolci come le castagnole,le chiacchiere,la frittelle e le frappe. E’ un’occasione di divertimento e di allegria da passare in compagnia.I piu burloni si vestono in maschere e girano spensierati per le strade.Ogni luogo, citta o Regione ha oggi il suo modo di festeggiare il Carnevale.Anche nel mio paese quest anno ci sono stati i carri allegorici.I carri rappresentano alcuni temi attuali come la sanita, le tasse, la disoccupazione e le morti bianche, per ridere e ironizzare almeno per qualche giorno dell anno cio che rappresentano i problemi attuali.I carri erano seguiti da grandi e piccini mascherati e non, che si divertivano spensierati a lanciarsi coriandoli, stelle filanti e la schiuma.I carri hanno sfilato per le vie del paese fino ad arrivare in piazza dove sono iniziati i divertimenti con ,musiche,balli e la serata si è conclusa con fuochi pirotecnici.Oggi il carnevale è piu’ ricco di quello che festeggiavano i nostri nonni perché’ ci sono piu’ possibilita’ economiche per comprare maschere e vestiti.
I nonni mi hanno raccontato che ai loro tempi,a Carnevale si travestivano con abiti che avevano in casa come: camicie da notte, vestiti da sposa, vestiti da uomo e cuscini.
I ragazzi si travestivano da donne e da vecchiette,invece le donne si travestivano da suore e da spose.
Per il trucco usavano il carbone oppure la carta velina bagnata sulla pelle .
Il viso era coperto da una maschera di cartone o di pezza costruita da loro.
Un gruppetto di ragazzi andavano vicino le case bussavano chiedendo:”Volete le maschere?”,se la famiglia rispondeva SI entravano, ballavano, raccontavano barzellette e recitavano poesie,invece se la famiglia rispondeva NO proseguivano fin quando non trovavano qualcuno che li facesse entrare.
Si organizzavano feste in famiglia, con gli amici nelle case e nelle sale da ballo dove si ballava:”la tarantella , la mazurca, il valzer , il tango e la quadriglia, si facevano spettacoli molti divertenti.
La sera in piazza si svolgeva il gioco della “SACCOTTA PIGNATA”,si appendevano quattro o cinque pignate , un ragazzo con gli occhi bendati e con una mazza di legno, doveva cercare di rompere le pignate le quali contenevano caramelle e cioccolate.
Vi era un’ usanza particolare:”si tendeva un filo con appeso un fantoccio vestito di nero chiamato QUARANTANA”.
La Quarantana indica la fine del carnevale,ed inizia il periodo di Quaresima cioè il periodo in cui non si mangia la carne.
Le Quarantane a fine giornata venivano bruciate,per le strade passava il carrofunebre con Carnevale morto ,con dietro le donne che fingevano di piangere e gridavano:” FRAT ,OH FRAT P’CHE’ S’MUERT, FRAT CAPUNT E CMDRAP”.
Vito C. classe 4^

4 comments:

Anonymous said...

molto intiresno, grazie

Anonymous said...

molto intiresno, grazie

Anonymous said...

La ringrazio per Blog intiresny

Anonymous said...

quello che stavo cercando, grazie