Tuesday, February 26, 2008

LA PRIMA FIERA DEL LIBRO A BANZI


Nei giorni 18 e 19 febbraio si è tenuta a Banzi la prima fiera del libro.
“Il plesso scolastico di piazza Granturco è diventato una grande biblioteca dove perdersi ed essere catturati ora da un libro di avventura, ora da una fiaba. Una mensa di cultura, dove l’appetito è venuto leggendo”( LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO, 22.02.08).
La manifestazione è stata promossa dalla Scuola Secondaria di primo grado e dal Comune, in collaborazione con Rizieri Libri di Lauria ed organizzata a cura della responsabile del progetto “Biblioteca” . Noi ragazzi del laboratorio di lettura ci siamo occupati dell’allestimento della sala espositiva e della realizzazione di cartelloni che riportavano citazioni di autori, fra le quali quella dello scrittore Pennac, “il verbo leggere non vuole l’imperativo”, poiché ognuno deve avvicinarsi autonomamente
alla lettura, può essere stimolato ma non obbligato.
L’iniziativa è stata quindi indirizzata prevalentemente a noi ragazzi con la finalità di stimolarci alla lettura per riscoprirne il piacere, acquisendo la consapevolezza che più si legge, più s’impara, si capisce, si riflette e si cresce come persone.
La fiera ha avuto anche un altro effetto: il coinvolgimento di insegnanti e comuni cittadini nel proporre l’acquisto di libri per la biblioteca del nostro paese.
Registriamo con piacere il grande successo di questa manifestazione, grazie alla partecipazione della nostra comunità e ai visitatori dei paesi vicini.
Tale partecipazione ha evidenziato come, nell’era dell’informatica e dell’informazione mediatica, si senta ancora il bisogno e il desiderio di far riferimento alla parola scritta, al libro, ad un buon libro, con la consapevolezza della sua grande valenza formativa.

Gli alunni del laboratorio di lettura
Scuola Secondaria di primo grado

Monday, February 18, 2008

LA FIERA DEL LIBRO


LA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
DI BANZI

CON IL PATROCINIO DEL COMUNE


ORGANIZZA

LA FIERA DEL LIBRO



Ci sono quelli che non hanno mai letto e se ne
vergognano, quelli
che non hanno più tempo per leggere e se ne rammaricano:
non fare come loro,
inizia adesso.

(Daniel Pennac, Come un romanzo, Feltrinelli, Milano,2001)



Presso i locali della Scuola Secondaria di primo grado
18 FEBBRAIO -15,30 - 19,30
19 FEBBRAIO - 10,00 - 13,00
- 15,30 - 19,30


Sunday, February 17, 2008

XVIII EDIZIONE DEL CARNEVALE BANTINO

Banzi, 3 febbraio 2008

UN ARCOBALENO DI COLORI E FORME
La festa di carnevale è sempre stata vissuta, da grandi e piccini come un momento di giocosità ed allegria. La scuola dell’infanzia ha effettuato un percorso di canzoni, giochi, attività sonore e pittoriche, per accompagnare i bambini nel meraviglioso mondo della musica, dei colori e delle forme.
Il progetto nasce dal desiderio di educare i bambini all’espressione cromatica, effettuando un percorso di scoperta e di utilizzo dei colori, soprattutto partendo dal presupposto che il colore è un linguaggio, ed è quindi comunicazione, espressione, opportunità, creatività… per vivere emozioni e sensazioni, coinvolgimenti, esperienze… liberamente e con gioia, avendo anche l’opportunità di acquisire tecniche, sviluppare arricchimenti e approfondimenti.
Effettuare quindi esperienze attive di sperimentazione del e con il colore, è sicuramente il primo passo verso un’esperienza creativa e personale, che nasce e si sviluppa attraverso il piacere, prima visivo e poi corporeo, che diventa così piacere estetico. La relazione del bambino con il Carnevale si veste di festa e di gioco, soprattutto se nella realizzazione del vestito per il travestimento è lui stesso a farlo, infatti il bambino prova un piacere molto intenso a lasciare traccia di colore col pennello sul tessuto bianco di cui è a sua disposizione. Ogni bambino indosserà una casacca (federa bianca) sulla quale è stata pitturata con pennello e tempera una forma geometrica, una macchia di colore o un soggetto nominato nella canzone che farà da sottofondo lungo il percorso per le vie del paese.
Sc. Infanzia di Banzi



UN ARCOBALENO DI COLORI
Rit. Un arcobaleno di colori,
che vola su nel cielo e si tuffa nei cuori,
che dona tanta gioia e felicità
e riempie di coriandoli la nostra città!

Rosso come il naso di un buffo pagliaccio,
viola la violetta che mi dai se ti piaccio,
blu è una notte piena di stelle,
giallo come il sole e le frittelle.
Rit.
Marrone è il tronco di un pino che cresce,
rosa il fiocco di una bimba che nasce,
grigio è il nuvolose della ufera,
azzurro come il cielo di primavera.


Rit.
Bianco come il manto di un agnellino,
verde è l’erba del mio giardino,
arancio è la spremuta per il raffreddore,
nero è quando hai tolto ogni altro colore.
Rit.

Thursday, February 14, 2008

CARNEVALE DI UNA VOLTA

Usanze, tradizioni, carri allegorici, filastrocche e tanta allegria.

Molti anni fa, bambini, ragazzi , adulti e anche anziani per Carnevale si travestivano con gli abiti vecchi, da spose, da zingare e si truccavano il viso per non farsi riconoscere con il carbone, con la carta velina rossa bagnata e con il lucido per le scarpe.
Il travestimento consisteva soprattutto nell’inversione dei ruoli: le femmine si mascheravano da maschi, i maschi da femmine, i giovani da vecchi...
Così conciati, a gruppi, girovagano per le strade del paese ed entravano in molte case portando una nota di allegria e di spensieratezza: recitavano filastrocche spiritose, raccontavano qualche barzelletta, facevano qualche scherzo e in cambio del loro buon umore ricevano capi di salsiccia, soppressata, ventresca, uova, vino, frutta secca o fresca oppure qualche soldino o qualsiasi altra cosa i padroni di casa possedessero.
Ogni tanto intonavano una filastrocca paesana che diceva così:
- Sei m’ v’nut a cantà sott’stu cann’z s’n’ vulet dà nu p’cca d’ soz’za.Et cub, et cub allariulà.
Sei vnut a cantà sott a stà fnestr s n vulit n pic d menz test . Et cub, et cub allariulà.
Seim vnut a cantà sott a stu pur ton s n vulit dà n pic d capton. Et cub, et cub allariulà.
Se’ m’ v’nut a cantà sott stu balcon s’n’ vulet dà nu p’cca d’ capton …
Et cub, et cub, et cub allariulà .. -

Verso sera, dopo aver fatto il giro del paese, le maschere si riunivano in casa di una di loro e mangiavano e bevevano gli alimenti ricevuti, poi ballavano e festeggiavano.
L’ultimo giorno di Carnevale c’era un’usanza particolare: tra un balcone e l’altro si tendeva un filo a cui si appendevano dei grossi fantocci di pezza, vestiti di nero chiamate “ Quarantane “.
Dopo un’accurata ricerca abbiamo scoperto che le Quarantane sono sette: Anna, Susanna, Rubecca, Rubanna, Sicilia, Pasquaredda e Pasqua-Granna.
Molti giovani soprattutto i fornai del paese allestivano un carro allegorico sul quale posavano un pupazzo che rappresentava Carnevale morto; intorno al carro funebre stavano degli uomini travestiti da donne con abiti neri che fingevano di piangere Carnevale morto.
Il carro era decorato con i fiori della rape, altri ne buttavano sulla salma gridando : - Frat, ohi frat ! P’chè s’murt; frat caput e cim d’rap >- E cosi dicendo piangevano e si percuotevano il petto con i pugni simulando un grande dolore.
A fine giornata il pupazzo veniva bruciato. Dopo che Carnevale era morto, la moglie Quarantan si mise a filare la lana e mentre filava piangeva dicendo: “ Frat miij, tu ai fatt i dibt e Quarantan l’av pagà “. Le Quarantane venivano sparate per significare che finiva il periodo di baldoria del Carnevale ed iniziava il periodo di penitenza detto Quaresima.
La prima domenica dopo l’inizio della Quaresima, si festeggiava la “ Pignata “ : alcune famiglie si riunivano in una casa e rompevano alcuni recipienti di terracotta contenenti acqua, farina, cibarie ed altro. Questo sta a significare che si rompe la testa a Quarantana.
Il martedì gasso è l’ultimo giorno di sfrenata allegria carnevalesca.
Ma perché “ martedì grasso ?”.
Re Carnevale, disperato per il comportamento dei suoi sudditi si rifugiò nella sua cucina e mangiò, mangiò finchè il grasso lo raggiunse al cuore e morì lasciando il posto alla sorella Quaresima.
In realtà si dice martedì grasso perché si mangiano alimenti grassi e succulenti.
Subito dopo il martedì grasso viene la ricorrenza delle Ceneri detta appunto: Mercoledì delle Ceneri il primo giorno di penitenza e di preghiera dopo l’allegria e la spensieratezza del Carnevale.
In questo giorno i fedeli si recano in chiesa e aspettano il sacerdote che, passo passo, si avvicina loro per cospargere sulla testa un pizzico di cenere preso tra pollice e indice pronunciando le seguenti parole: Ricordati uomo, polvere sei ed in polvere ritornerai .
Il sacerdote dice questo per richiamare alla coscienza dei credenti il pensiero della fine che ci aspetta: il disfacimento della carne e la liberazione dello spirito dai lacci che lo trattengono sulla terra.

Angelinda classe 4








Come si festeggia il carnevale oggi.

il carnevale è la festa di tutti, grandi e piccini perche anche i grandi, in questo periodo, diventano bambini. Si balla, si canta, si lanciano coriandoli e stelle filanti,si mangiano dolci come le castagnole,le chiacchiere,la frittelle e le frappe. E’ un’occasione di divertimento e di allegria da passare in compagnia.I piu burloni si vestono in maschere e girano spensierati per le strade.Ogni luogo, citta o Regione ha oggi il suo modo di festeggiare il Carnevale.Anche nel mio paese quest anno ci sono stati i carri allegorici.I carri rappresentano alcuni temi attuali come la sanita, le tasse, la disoccupazione e le morti bianche, per ridere e ironizzare almeno per qualche giorno dell anno cio che rappresentano i problemi attuali.I carri erano seguiti da grandi e piccini mascherati e non, che si divertivano spensierati a lanciarsi coriandoli, stelle filanti e la schiuma.I carri hanno sfilato per le vie del paese fino ad arrivare in piazza dove sono iniziati i divertimenti con ,musiche,balli e la serata si è conclusa con fuochi pirotecnici.Oggi il carnevale è piu’ ricco di quello che festeggiavano i nostri nonni perché’ ci sono piu’ possibilita’ economiche per comprare maschere e vestiti.
I nonni mi hanno raccontato che ai loro tempi,a Carnevale si travestivano con abiti che avevano in casa come: camicie da notte, vestiti da sposa, vestiti da uomo e cuscini.
I ragazzi si travestivano da donne e da vecchiette,invece le donne si travestivano da suore e da spose.
Per il trucco usavano il carbone oppure la carta velina bagnata sulla pelle .
Il viso era coperto da una maschera di cartone o di pezza costruita da loro.
Un gruppetto di ragazzi andavano vicino le case bussavano chiedendo:”Volete le maschere?”,se la famiglia rispondeva SI entravano, ballavano, raccontavano barzellette e recitavano poesie,invece se la famiglia rispondeva NO proseguivano fin quando non trovavano qualcuno che li facesse entrare.
Si organizzavano feste in famiglia, con gli amici nelle case e nelle sale da ballo dove si ballava:”la tarantella , la mazurca, il valzer , il tango e la quadriglia, si facevano spettacoli molti divertenti.
La sera in piazza si svolgeva il gioco della “SACCOTTA PIGNATA”,si appendevano quattro o cinque pignate , un ragazzo con gli occhi bendati e con una mazza di legno, doveva cercare di rompere le pignate le quali contenevano caramelle e cioccolate.
Vi era un’ usanza particolare:”si tendeva un filo con appeso un fantoccio vestito di nero chiamato QUARANTANA”.
La Quarantana indica la fine del carnevale,ed inizia il periodo di Quaresima cioè il periodo in cui non si mangia la carne.
Le Quarantane a fine giornata venivano bruciate,per le strade passava il carrofunebre con Carnevale morto ,con dietro le donne che fingevano di piangere e gridavano:” FRAT ,OH FRAT P’CHE’ S’MUERT, FRAT CAPUNT E CMDRAP”.
Vito C. classe 4^

Sunday, February 10, 2008

IL bel paese della munnezza

Napoli e province sono in grave difficoltà per l’accumulo delle 100.000 tonnellate di rifiuti; e nonostante questo gli operatori ecologici non lavorano. A causa dei resti di cibo e il fetore hanno accumulato torme di topi. La città è malsana, i microbi stanno aumentando e il rischio di malattie aumenta sempre più. I napoletani non vogliono nè la spazzatura e nè una discarica e impediscono di portare i rifiuti fuori città. Così è intervenuto l’esercito italiano e ancora i rifiuti continuano ad accumularsi. Per questa situazione l’Italia e la Campania sono finite sui giornali di tutto il mondo,e questo danno ha provocato chiusure di scuole e di fabbriche.
Ora finalmente si sono decisi a sanare l’ambiente. Gli incompetenti vengono allontanati dal lavoro; però non è giusto che i rifiuti della Campania vengono trasportati in altre regioni come in Germania a 200€ a tonnellata.
Gli inceneritori non li usano più perché producono diossina.

Le discariche inquinano l’ aria e terreni fertili, ecco perché nessuno le vuole e soprattutto contengono tonnellate e tonnellate di rifiuti.

Quindi devono depositare I rifiuti in un territorio lontano e sicuro senza abitazioni.
Quindi io penso che il governo insieme ai cittadini deve trovare un modo per togliere questa schifezza.

Vito classe 5^

(cartellone realizzato da Francesca S. 5^)


Emergenza munnezza a Napoli : cause e soluzioni.
A Napoli stanno succedendo fatti riguardanti l’immondizia che si sta accumulando sempre più. Succede questo, perché, gli operatori ecologici sono stanchi di lavorare e così facendo, i cassonetti non vengono svuotati e l’ immondizia si accumula sempre più. Si è pensato di bruciarla ma così facendo si sprigiona la diossina ,un virus, che provoca danni alla salute. Sono intervenuti i militari che hanno pensato di distruggere la munnezza senza provocare danni all’ambiente. Siccome gli inceneritori in Italia non funzionano, hanno pensato di dare la munnezza alla Germania che però richiede molti soldi. Ora i prodotti napoletani sono a rischio, e non verranno più venduti perché tutti i germi vengono a contatto col cibo. Prima i villeggianti andavano a Napoli per ammirare la sua bellezza, ora rifiutano di andare perché lì ci sono gravi malattie e orribili puzze. Questo problema dura da un mese circa, ecco perché si accumula la munnezza.Gia dall’inizio dell’Ottocento gli scrittori e i poeti hanno incominciato a scrivere sull’incompetenza dei napoletani e di quanti ladri e lazzaroni abitavano a Napoli .La società comunitaria di Napoli continua ad assumere incompetenti e questo è un altro motivo dell’accumulo della munnezza.I lavoratori ecologici sono intorno ai 4035 che, però,non fanno nulla. Loro come stipendio prendono 1200€ all’anno che, però, per i nullafacenti è tanto. Una soluzione è quella di fare la raccolta differenziata che però solo il 20% degli abitanti continua a fare. Invece la raccolta differenziata in altri paesi arriva al 43% e c’è molta differenza. La colpa va anche al governo italiano che continua ad assumere incompetenti. Le soluzioni sono tante e una è la raccolta differenziata che però non viene compiuta. Devono licenziare gli incompetenti ed assumere lavoratori ecologici che hanno voglia di lavorare.Non dobbiamo vivere nel lusso più sfrenato altrimenti tutti i rifiuti che buttiamo danneggerebbero l’ambiente. Questo è un problema su cui discutere a lungo e si deve trovare una soluzione altrimenti l’ambiente, la flora e la fauna verranno completamente distrutti.

Raffaele G. classe 5^

LA GIORNATA DELLA MEMORIA: 27 GENNAIO 2008

Domenica 27 gennaio 2008 ricorre un evento storico : l' anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, avvenuta ad opera delle avanguardie dell' Armata Rossa il 27 gennaio 1945.
La " Giornata della Memoria " è stata istituita dal Parlamento italiano nel 2000 per ricordare le vittime delle persecuzioni fasciste e naziste degli ebrei, degli oppositori politici, di gruppi etnici e religiosi, dichiarati da Hitler " indegni di vivere".
Nella "Giornata della Memoria " si ricordano anche quanti lasciarono la vita; gli ebrei deportati dall' Italia e dal Dodecaneso furono 8566, di cui 5557 morirono di stenti o nelle camere a gas. Complessivamente la vittime dei campi di sterminio nazisti furono 26 milioni, di cui 6 milioni erano ebrei. Inoltre, nel contesto della Shoah, i medici tedeschi eseguirono esperimenti pseudoscientifici utilizzando come cavie migliaia di deportati nei campi. Molto spesso queste pratiche portavano alla morte dei deportati dopo atroci sofferenze e mutilazioni fisiche. Tristemente famosi sono gli esperimenti che il dottor Josef Mengele sottoponeva i deportati, in particolare i gemelli. Tra i deportati sopravvissuti, Primo Levi racconta le sue sofferenze nel romanzo “ Se questo è un uomo”.


“ MEDITATE CHE QUESTO E’ STATO”

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a casa a sera
il cibo caldo e visi amici
(...)
meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.

Antonella e Giovanna
SC. SEC. 1° GRADO DI BANZI
CLASSE TERZA



La 2° guerra mondiale viene ricordata, per vari motivi ma soprattutto per lo sterminio del popolo ebraico. Il 27 gennaio è una data che viene ricordata in tutta Europa come il giorno della memoria. Questo giorno molto importante viene ricordato ogni anno per evitare che questo avvenimento molto malvagio si ripeta. Il razzismo è sempre esistito e che purtroppo esiste ancora, ma si spera che un giorno tutto cambi.
Gli ebrei sono sempre stati accusati di DEIDISMO,cioè avere ucciso DIO nella
Persona di Gesù e molti li consideravano GIUDEI.
Il popolo tedesco era più che convinto di questa colpa e decisero che il popolo ebreo doveva scomparire perché era un popolo diverso senza dignità, e causa di aver
corrotto la cultura tedesca. Hitler insieme ai suoi alleati decise di escludere gli
Ebrei dal mondo, togliendo loro il lavoro, torturandoli e ammucchiandoli in campi di concentramento adatti solo ai forzati dove non venivano neanche nutriti sufficientemente. Non c’era distinzione tra uomini, donne e bambini,tutti venivano sfruttati,maltrattati e uccisi, ferendo, oltre l’ orgoglio, anche “la dignità umana”. Hitler era convinto di creare una razza completamente Perfetta cioè la razza tedesca ( ariana ). Fortunatamente non tutte le persone la pensavano in questo modo, tanti italiani per esempio hanno salvato vite ebree, pur sapendo il rischio che correvano. Io penso che nessun uomo possa rifare una cosa così atroce, sei milioni di ebrei innocenti hanno perso la vita per colpa di un individuo crudele senza pietà e senza cuore e tutti (compresi i bambini) dobbiamo ricordare il 27 Gennaio per evitare che riaccada tutto questo in futuro.
Nessun essere umano può togliere la libertà ad un altro uomo perché Dio desidera che ci amiamo gli uni gli altri come lui ama noi, senza distinzione di razza, sesso e
Religione.
Vito classe 5^

Il 27 gennaio , il giorno della memoria ,si ricordano tutti gli ebrei sterminati dai nazisti . In quel periodo gli ebrei venivano portati nei campi di concentramento (lager) e poi venivano torturati
e uccisi in vari modi sempre più brutali. Il genocidio di 6.000.000 di ebrei è rimasto impresso nelle menti di tutti noi per far sì che non accada un’altra volta. L’antisemitismo che significa per i tedeschi vie razze diverse da noi, Hitler ha voluto sterminare tutti gli ebrei con l’aiuto di alcuni suoi collaboratori. Impose delle leggi chiamate “leggi razziali”cioè leggi ideate dai nazisti contro gli ebrei. Erano leggi severissime capaci di uccidere persone ed esse vietavano di non entrare nei bar italiani, di non andare con mezzi di trasporto, non uscire prima di un certo orario. Con l’inizio della seconda Guerra Mondiale la shoah ha cominciato a sterminare ed annientare gli ebrei. Ma un giusto di nome Giorgio Perlasca ha salvato milioni di vite ebraiche e con il suo aiuto e anche quello di altri si è dato fine alle persecuzioni di ebrei che furono liberati dai russi dai campi di concentramento e cosi’ furono liberi e poterono ritornare alla loro vita.
Raffaele G. classe 5^