Wednesday, February 14, 2007

RICORDA


“Quelli che non sanno ricordare il passato sono condannati a ripeterlo”.
Ricorda, allora, la svastica e la stella di David, il campo di lavoro che attraverso i camini dei forni crematori, “liberava” nel fumo le esistenze, gli occhi, e i volti e i corpi scheletriti dei deportati, la testimonianza di un sopravvissuto al genocidio, la testimonianza di una ragazza destinata a morire nei campi di concentramento.

classe 4

Friday, February 09, 2007

Una testimonianza preziosa: Franco Perlasca, figlio di Giorgio Perlasca, per noi a Banzi.


Il 28 gennaio 2007, è stata una giornata particolarmente coinvolgente: abbiamo conosciuto Franco Perlasca e attraverso quello che ci ha detto, abbiamo capito meglio la personalità di suo padre.
Dopo una sua breve introduzione nella quale ci ha detto che ha conosciuto la storia di suo padre quando già era adulto, quando il padre era sul punto di morire e ha parlato di un manoscritto, noi gli abbiamo fatto delle domande a cui ha risposto sempre in modo preciso, mai vago.
1) Vivere con un padre così speciale, così generoso, coraggioso e altruista, che cosa ha significato per lei? Nella vita di ogni giorno, che padre era Giorgio Perlasca?
Mio padre era un uomo semplice, era quello che gli Ebrei chiamano “giusto”. Dice la Bibbia che in qualsiasi epoca storica, nel mondo, ci sono 36 giusti: nessuno sa chi sono e nemmeno loro sanno di esserlo, ma quando è il momento, essi prendono sulle spalle le sofferenze del mondo e le risolvono. E’ per questo che, Dio non distrugge la Terra. La differenza tra l’eroe e il giusto è questa: l’eroe vive della gloria, il giusto, dopo aver fatto ciò che ha fatto, ritorna ad essere un uomo normale tra gli altri uomini normali. La sua vicenda, l’aveva trascritta in tre manoscritti: uno l’aveva inviato al Governo italiano, l’altro al Governo spagnolo e l’originale lo teneva per la sua famiglia, nascosto in un cassetto, come un testamento da scoprire solo dopo la sua morte.
2) Lei da bambino, avrà litigato sicuramente con qualche amico! Cosa le diceva suo padre?
Mio padre diceva:"Se qualcuno ti dà uno schiaffo, tu danne due", perché era convinto che alle ingiustizie, bisognava reagire.
3) Lei, che ha avuto questo grande esempio di vita, come vive gli episodi di discriminazione cui assistiamo oggi? Che cosa avrebbe fatto suo padre?
Mio padre avrebbe fatto ciò che ha già fatto: non c’è bisogno di atti eroici, ma di credere alla propria coscienza di uomo.
4) Suo padre è stato considerato un eroe, ha vissuto tranquillamente la sua vita, non ha chiesto né voluto nulla. Secondo lei, oggi in quale persona possiamo trovare un altro Giorgio Perlasca?
In tutti voi io rivedo mio padre, in tutti coloro che vivono semplicemente, facendo il proprio dovere, bambino o adulto che sia.
5) Lei pensa che questa vicenda abbia cambiato la vita di suo padre? Giorgio Perlasca continuava ad avere fiducia negli uomini?
Certamente mio padre era ottimista. Quando venne riconosciuta la sua grande umanità erano 5218, gli ebrei salvati. Tutte le scuole lo invitarono. A casa, ho due bauli pieni di onorificenze ricevute, ma lui amava farsi fotografare davanti ad una targa, dono degli alunni di una Scuola Media, che diceva:"A Giorgio Perlasca un uomo al quale tutti vorremmo assomigliare". Mio padre aveva molta fiducia nei giovani.

Noi vorremmo ringraziare Franco Perlasca per averci fatto conoscere un uomo coraggioso e giusto.
Gli alunni della scuola primaria di Banzi